Povertà, una trappola da cui in tanti non riescono più a liberarsi

Presentato lunedì 4 dicembre a Firenze l’annuale Dossier che raccoglie i dati raccolti nei tanti centri delle Caritas della nostra regione. Nel 2016 in tutta la regione si sono rivolte alla Caritas 23.057 persone (+4,6% rispetto al 2015) e un terzo di essi (33,3%) è risultato in situazioni di povertà cronica. Torna a crescere anche la percentuale di immigrati, effetto forse anche dell'arrivo in questi anni di richiedenti asilo.

Una trappola da cui è sempre più complicato riuscire a liberarsi. È il ritratto della povertà nel territorio regionale che emerge dalla Rapporto 2017 delle Caritas della Toscana, presentato pubblicamente lunedì scorso nella sala Pegaso dell’amministrazione regionale. E significativamente intitolato “Pietre di scarto?”, “perché – ha ammonito mons. Roberto Filippini, vescovo di Pescia e incaricato Caritas della Cet – c’è davvero il rischio che i nostri servizi possano diventare la discarica sociale dell’umanità di scarto del nostro tempo”. I numeri, in effetti lasciano poco spazio alle interpretazioni: nel 2016 le Caritas toscane hanno incontrato 23.057 persone (+4,6% rispetto al 2015) e un terzo di essi (33,3%) è considerato un caso di povertà cronica in quanto è conosciuto e seguito dai centri d’ascolto da oltre sei anni. La novità è che le persone in questa condizione sono state più numerose di quelle incontrate per la prima volta nel 2016: “L’incidenza delle persone che vivono in una condizione di marginalità ed esclusione sociale prolungata continua a crescere dato che – hanno spiegato i redattori del Rapporto – nel 2014 non arrivava ad un quinto del totale (18,4%) e, in due anni, ha fatto segnare un aumento dell’11,9%. L’incremento, peraltro, è ancora più marcato e visibile in valore assoluto dato che le persone che vivono una situazione di povertà cronica nel 2015 erano 5.151: in valore assoluto significa 2.528 in più in dodici mesi per un incremento del 49,1%”.

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